La Geoarchaeologia

Cos'è

È da relativamente poco che le discipline dell’archeologia e della geologia si sono avvicinate. Nel mondo archeologico, con lo sviluppo dell’archeologia ambientale si è sentito il bisogno di un approccio sistematico per l’ottenimento di informazioni sugli ambienti fisici in cui si mossero e si svilupparono le società antiche. D’altro canto, la comunità dei geologi dovendo collocare nel tempo certi fenomeni naturali con la consapevolezza che quello che è accaduto nel passato potrà ripresentarsi nel futuro, hanno sentito la necessità di ricevere un supporto dagli archeologi.

Quindi, qual è il modo più semplice per definire la Geoarcheologia? Il primo e più spontaneo è: “Il lavoro svolto dal geologo quando si muove nel campo dell’archeologia”. Sebbene apparentemente efficace questa definizione è piuttosto fuorviante, perché induce a vedere la Geoarcheologia come una nuova disciplina tipicamente scientifica mentre essa risulta dall’unione fra i campi scientifici e quelli umanistici.

Conseguentemente, una definizione che riferisce meglio il collegamento fra geologia e archeologia può certamente essere: “La ricerca archeologica che impiega concetti e metodi propri delle Scienze della Terra”.

Nell’ambito dell’area tematica della Geoarcheologia sono sempre più frequenti le collaborazioni fra Enti Universitari, Soprintendenze, Ordini professionali e Associazioni che perseguono nuovi obiettivi a cavallo tra geologia e archeologia e che sempre con maggiore frequenza danno vita a convegni, corsi di formazione e casi di studio.

Geoarcheologia e patrimonio culturale

La geoarcheologia e la conservazione geologica del patrimonio culturale utilizzano metodi di indagine multidisciplinari, integrando le competenze e gli approcci della conservazione e restauro dei beni archeologici, architettonici e storici con le discipline delle Scienze della Terra, quali la geologia stratigrafica, la sedimentologia la geotecnica, la geomorfologia. L’analisi geo-archeologica e la conservazione geologica dei BB.CC. si basano su un approccio di tipo geologico-ambientale attraverso l’ubicazione dei siti del patrimonio culturale nel contesto geologico del territorio in cui il sito è inserito. Tale analisi multidisciplinare consente di ricostruire non solo la storia del sito, ma anche quella dello scenario geomorfologico e idrogeologico che il territorio offriva. Una particolare attenzione viene posta alla ricostruzione delle cause, di origine naturale, che hanno determinato l’abbandono del sito: frane, sprofondamenti, alluvioni, migrazioni di sorgenti o terremoti. Pertanto, le osservazioni geomorfologiche, sedimentologiche e geologico-stratigrafiche delle forme e dei processi, dei caratteri fisico-chimici delle rocce, dei sedimenti e della loro organizzazione in sequenze forniscono informazioni fondamentali al fine della comprensione degli eventi naturali occorsi durante e dopo l’abbandono del sito stesso.

La conservazione geologica del patrimonio culturale pone un’attenzione particolare ai metodi di indagine ed alle soluzioni di tipo geo-ingegneristico, per il recupero, la messa in sicurezza e la conservazione del patrimonio culturale e naturale soggetto a rischi geologici attraverso l’utilizzo di tecniche e tecnologie che garantiscano al contempo un’efficacia a lungo termine e un basso impatto ambientale e visivo.

Tali discipline sono volte ad arricchire le conoscenze sia archeologiche che geologiche del territorio in via di una pianificazione e gestione in sicurezza dei siti del patrimonio culturale con particolare riguardo a quelli esposti ai rischi naturali.